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Curare le vene varicose con la fitoterapia

Molti si fanno domande sui rimedi naturali di fitoterapia, come ad esempio:

  • Cosa sono i fitocomplessi?
  • Che cosa si intende per sinergia ed antagonismo?
  • Quali sono le controindicazioni e le incompatibilità delle erbe e delle piante medicinali?
  • Esiste una guida  per la cura di alcuni disturbi dell’uomo con le erbe e le piante medicinali?

Villa Santa Rita, nota casa di riposo a Roma, con questo articolo da risposta ai seguenti dubbi.

Si capisce benissimo da queste domande che la gente ha una profonda necessità di conoscere, scoprire ed avere informazioni precise e dettagliate in un settore della medicina naturale molto vasto: quello della fitoterapia.

E’ logico che i rimedi naturali non sono impiegati solo per curare le vene varicose, o varici, e i sintomi  correlati a questa patologia (gambe stanche pesanti, dolenti, gonfie), ma hanno un vasto campo d’azione, infatti essi possono essere utilizzati quasi in tutte le patologie dell’uomo.

Sottolineiamo “quasi tutte” perchè per alcune patologie molto gravi solo ed esclusivamente i farmaci di sintesi (allopatici) possono essere utili in quanto la loro azione è immediata: sono i cosiddetti farmaci “salva vita”.

La Fitoterapia: Verità o tendenza pubblicitaria?

È innegabile che una delle caratteristiche salienti di questo secolo sia identificabile con l’informazione. Il fenomeno, lungi dall’aver esaurito la sua spinta, sta risalendo velocemente e impetuosamente una china di cui non si percepisce l’acme.

Facendo una analisi di quella che è stata l’informazione degli ultimi sessant’anni, alla radio sono seguiti la televisione, la telematica e tutti gli altri mezzi attraverso i quali l’informazione circola velocemente a tutti i livelli.

Questo fenomeno sicuramente è di indubbio interesse sociologico ed importante fatto culturale. Ma attenzione la cattiva informazione può divenire incitazione al male o sublimazione al bene, a seconda dei contenuti e della ridondanza di essa.

Ci si accorge comunemente come la pubblicità di un prodotto, posta in maniera martellante, alla fine convinca la gente della bontà dello stesso.

Purtroppo, oggi, l’informazione, spesso rivestita del manto scientifico dello specialista in un determinato settore, propinata attraverso accattivanti immagini fotografiche e video, accompagnata da gradevoli motivi musicali, colpisce, incanta, affascina, convince le persone di conoscere anche ciò di cui mai ha sentito o avrebbe sentito parlare in altre condizioni.

L’informazione genera quasi sempre dei miti, crea bisogni, sviluppa mode e tendenze che durano finché dura l’informazione, o finché un modello non venga sostituito con un altro. 

Si assiste così a momenti di euforia per un prodotto rispetto a un altro, demonizzati subito dopo per celebrare l’apoteosi di un altro prodotto. Ci si accorge, studiando bene il fenomeno, che questo tipo di informazione, si traduce in un’altalena continua di umori sapientemente regolata. In uno di questi momenti di “tendenza”, è risorta dalle ceneri, la cura delle patologie e dei sintomi con le erbe e le piante medicinali. Fu come una liberazione dal retaggio del farmaco di sintesi (allopatico), grazie alla possibilità dell’auto cura che, seppure opinabile per molte ragioni, presentava e presenta il positivo impatto psicologico di “sapere cosa si stia facendo”.

Quando la fitoterapia iniziò ad essere una tendenza ci fu una vera esplosione, si moltiplicarono le erboristerie, e con loro i conoscitori di erbe. Anche i corsi di erboristeria furono nuovamente programmati alla grande, e si moltiplicarono i fruitori di questi metodi di cura.

Giornali, televisione, radio, trasmettevano informazioni spicciole, spesso non scientifiche e raccogliticce, che avevano comunque come risultato la diffusione capillare della “conoscenza” di questa antica, ma nuova fitoterapia. Sembrava, ancora una volta, di assistere al solito episodio di moda destinato a svanire, come erano svaniti molti altri. 

Ma questa volta fu diverso, infatti pur essendo il fenomeno decisamente diminuito, non è assolutamente cessato, anzi, si è fissato nella sua giusta dimensione e gode oggi di ottima salute. Alle promesse miracolistiche dei primi momenti è subentrata, fortunatamente, una conoscenza più razionale, e si sono fissati con esattezza limiti di validità e di inutilità.

Le motivazioni che fanno sì che la fitoterapia permanga oggi accanto alla farmacopea più strettamente scientifica, sono da ricercare nella diminuita fiducia, se no non è una paura, verso il farmaco di sintesi e nella crescente informazione (informazione precisa e non solo quella pubblicitaria e commerciale) che in campo naturale ha indotto la nuova coscienza ecologica delle persone.

Ormai chiunque si rende conto degli squilibri e dell’assurdità di certi modelli di vita e di sviluppo, del crescente tasso di inquinamento provocato dall’industria e dalle masse di rifiuti prodotti, dalla distruzione della natura, e cerca in qualche modo, di porvi rimedio nel suo piccolo.

La natura quindi si pone di nuovo come interlocutrice tra il mondo in cui l’uomo vive e che ha così modellato, e il mondo in cui si viveva e in cui oggi si vorrebbe rivivere.

Ricordiamoci sempre che la natura è buona, e equilibrata, dona sensazioni di serenità. Di conseguenza una cura basata sulle piante, espressione diretta di esse, non può che essere buona.

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